Costarica parte terza

Pesca dal kayak

Come già anticipato nel post precedente, non è facile trovare una soluzione a buon mercato per poter pescare dalla barca. O si è disposti a spendere cifre da big game o si spende comunque molto per affittare per poche ore una panga (niente di più che una volgarissima lancetta) allestita con niente di più che un piccolo fuoribordo e pensata per portare i gringos a fare un po di trinetta o bollentino a mano nel sottocosta.
Queste premesse ci hanno un poco frenato i primi tempi, ma ci hanno anche stimolato a cercare soluzioni alternative, come ad esempio il kayak.
Devo dire che per me che vi scrivo, è stato una prima assoluta, ma con l'aiuto del consumato kayaker Francesco Bacchini, i risultati non si sono fatti attendere e mi si è aperto un nuovo mondo.

Superate le prime difficoltà e accordatici su un prezzo equo, abbiamo cominciato con qualche uscita di perlustrazione , dedicandoci a prendere confidenza col mezzo, le distanze che potevamo coprire nel tempo a nostra disposizione, e ultimo ma non ultimo, a studiare le varie line up e set delle onde nei vari spot. Vorrei sottolineare ques'ultimo punto, che ritengo di primaria importanza per la sicurezza. L'oceano è un mare che a differenza del nostro Mediterraneo è attraversato da set di onde che si formano migliaia di chilometri dal punto in cui finiscono col frangere, questo significa che seppur ritmati da una cadenza abbastanza regolare, alcuni di questi set possono differire enormemente per intensità, producendo in una giornata sostanzialmente regolare, onde di altezza improvvisamente molto superiore a quelle che  si erano frante fino a pochi istanti prima. Questo se non si fa costantemente attenzione potrebbe farci ritrovare nel posto giusto al momento sbagliato tanto da non poter trovare alcuna via di uscita, rischiando seriamente la vita.

Se da una parte il kayak non consente di popperare agevolmente con esche voluminose, dall'altra ci ha consentito di arrivare in tutte quelle zone che ci erano precluse dalla gittata della pesca da terra.
oltre a questo un altro enorme vantaggio lo si ha quando ci si deve avvicinare a secche e a tutti quegli spot dove avvicinandosi con la barca si finirebbe per saturare l'aqua con il ronzio del motore.

E' stato evidende fin da subito che questo aspetto ci ha fatto stare in pesca in situazioni, dove la frenesia predatoria di alcuni branchi di cubere e carangidi, sarebbe venuta meno se ci fossimo avvicinati in altra maniera.

Alla fine siamo riusciti a mettere insieme discreti carnieri, e a fare anche qualche bel rilascio .. a volte voluto, altre meno. Solitemente ci dedichiamo a d un C&R integrale, ma per necessità gastronomiche ci siamo concessi il lusso di organizzare anche qualche bella abbuffata di pesce.


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Costarica parte seconda

La pesca da terra

La sfida maggiore ha riguardato l'entrare in pesca, raggiungendo o avvicinandosi il più possibile alla line-up formata dalle onde dell'oceano. Questo avrebbe richiesto atrezzi dedicati, come canne di lunghezza prossima ai 10 piedi e mulinelli 100%  waterproof .
 
In ogni caso ci si può a divertire anche pescando a corto raggio nella risacca o tra gli scogli più vicini, sempre facendo molta attenzione ai cicli della marea.


Spesso ci si imbatte in piccoli jacks a caccia tra i flutti ... pesciotti veramente divertenti.

 Un piccolo Robalo o Snook, ovvero una specie di spigola salterina dalla carne tenerissima.
Queste condizioni spesso avverse, mal si addicono ad uno spinning a "corto raggio" (50/70 metri), al contrario uno shore jigging, fatto con tutti i crismi, avrebbe sicuramente pagato di più in termini di dimensioni e varietà di catture, c'è comunque da dire che proprio i robali più belli, stimati sopra i cinque chili, sono tutti riusciti a slamarsi appena arrivati nella risacca, sfoggiando una serie di evoluzioni aeree alla pari dei tarponi piu imbizzarriti ..... mai lasciare i circle a casa!

Le spiagge , e comunque la costa che siamo riusciti a praticare maggiormente, vista la relativa difficoltà negli spostamenti a medio lungo raggio, si sono rivelate molto ostiche, sopratutto per la forte antropizzazione e la gran presenza si bagnianti surfisti e locali ... cosa che sinceramente non mi aspettavo da un posto che mi era stato descritto in maniera leggermente diversa ,  pur lasciandoci presagire la possibilità di catture anche molto belle.

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Report Centro America

Alle volte le cose nate di getto possono rivelarsi le migliori, questo è uno degli aspetti più interessanti del viaggiare intorno al mondo per pescare.
Rimanendo fermi su ciò che già conosciamo non si va avanti, e questo contraddice completamente lo spirito avventuriero che ha sempre animato chi scrive e/o partecipa a ciò che è riportato in questo piccolo diario virtuale.
Nasce da una decisione presa d'impulso quella che sarà una permanenza di due mesi in Centro America, tra Costarica e Nicaragua.

Prima tappa il Costarica.

Il Costarica ha fama di poter offrire ottimo gamefish, ma a dirla tutta, non è che mi abbia mai attratto più di tanto, forse perchè a guardare, documentandosi sulla rete, non si vedono altro che "americani" che sfoggiano si belle catture , ma che raramente sono state fatte a spinning .
Questo oltre al fatto che per giungere in questi paesi si debba passare per gli USA, ci ha fatto propendere per un set-up molto meno estremo e più vario rispetto all'ultra heavy usato fino a pochi mesi prima nelle insidiose acque di Socotra.


Un paio tra le numerose cuberotte che non sono riuscite a strappare tutto. 

Beh! un po' è stata una scelta azzeccata , un po' ha bruciato veder andare via tutte le Cuberone che forse e dico forse avrebbero potuto essere tanate con un settaggio simil monster GT.
Ma come già detto, questo è stato un viaggio partito senza pianificazione, e con l'intento di passare anche un periodo rilassato in un posto nuovo, con nuovi ambienti e nuove specie con le quali non avevamo mai avuto a che fare prima.

I'inseguimento del primo Rooster non si scorda mai.

Uno studio di non so quale università ha stabilito che il Costarica è il paese con l'indice di felicità più alta al mondo ...... forse è vero, ma se è così probabilmente ciò è dovuto al fatto che i locali vivono molto alle spalle dei "gringos" cercando di salassarli offrendo veramente poco e pretendendo veramente molto, soprattutto se si parla di vile denaro. Questo solo per dire che per riuscire a fare qualche ora di pesca dalla barca abbiamo dovuto pagare cifre decisamente spropositate rispetto al mezzo che ci veniva messo a disposizione, e che quando abbiamo trovato il modo di aggirare tale ostacolo servendoci di un kayak siamo stati vittima di ostruzionismo, tanto da dover rinunciare a pescare, e ovviamente il problema è sorto solo dopo un paio di uscite quando finalmente sono arrivate delle belle catture.

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