- La sabbia:
Le lunghe spiagge bianche sono forse l’ambiente più difficile da interpretare, sia per la mancanza di riferimenti, sia perché il pesce preferisce stare nelle strutture offerte dai coralli e dalle rocce. Non per questo, andare a fare dei tentativi dalla spiaggia è da considerarsi una perdita di tempo, anzi, spesso l’onda lunga dell’oceano Indiano crea dei frangenti che sollevano una gran quantità di sabbia corallina dal fondo, tentare di insidiare i predatori tra la sospensione e l’acqua pulita , spesso , si rivela un ottima idea, considerando anche, che si hanno buone chance di portare a termine combattimenti impegnativi, pur utilizzando le attrezzature più leggere, non incorrendo nelle problematiche presentate da un reef tagliente.
- La scogliera:
Tra una spiaggia e l'altra si possono trovare tratti di scogliera che offrono ottime postazioni di lancio. Sicuramente un appoggio più solido di quello corallino, permette di osare con esche più pesanti e frizioni più chiuse. Forse per le nostre esperienze pregresse in ambienti rocciosi siamo stati vittime del fascino dell'ambiente corallino dedicando molto più tempo a quest'ultimo.
- Le mangrovie:
Dove il mare si spinge tra le mangrovie è spesso possibile fare incontri entusiasmanti, purtroppo questi ambienti spesso sono molto difficili da raggiungere, e in alcuni casi, come abbiamo scoperto poi parlando con una guardia forestale locale, non sono proprio sicurissimi, poiché su alcune isole sono stati liberati dei coccodrilli d'acqua salata, che raggiungono e superano i 5/6 metri, con lo scopo di scoraggiare i ladri di legname e corallo, quindi è necessario informarsi bene.
Nonostante tutto questi spot, quelli liberi dai coccodrilli, possono essere approcciati come si farebbe in una foce nostrana, tenendo presente che la nostra preda principe sarà il Giant Trevally, quindi si dovrà usare un attrezzatura adeguata.
Nonostante tutto questi spot, quelli liberi dai coccodrilli, possono essere approcciati come si farebbe in una foce nostrana, tenendo presente che la nostra preda principe sarà il Giant Trevally, quindi si dovrà usare un attrezzatura adeguata.
La Flat corallina e la Blue line:
La flat corallina, non è altro che una porzione di reef dove l’acqua è guadabile e si può procedendo con cautela , andare ad insidiare il pesce nel proprio ambiente.
I punti migliori sono le transizioni e i canali che si diramano tra una formazione corallina e l’altra , ed è proprio in questo dedalo di canali che si possono insidiare sia i piccoli predatori come gli Snapper e gli Emperor o le sempre presenti Coral trout, sia cernie di più grandi dimensioni, i carangidi, o gli immancabili crocodile fish.
Spingendosi al confine della flat, sfruttando la bassa marea , è possibile giungere alla Blue line, ovvero li dove c’è il primo gradino del reef, dove il gioco si fa veramente duro.
In questo ambiente non ci sono limiti di stazza per i pesci che possiamo incontrare , essendo lo stesso ambiente che si va ad affrontare solitamente dalle imbarcazioni, con il vantaggio di essere nella posizione più vicina possibile a dove si svolge l’azione, senza la barca a filtrare le sensazioni che ci arriveranno in maniera molto diretta, portando la lotta col pesce al livello di un vero corpo a corpo , essendo questa volta, anche noi nell’acqua.
Concludendo, questa esperienza ci ha mostrato che la pesca da terra in un paradiso tropicale come le Andaman, rimane una delle sfide più interessanti e appaganti che ogni appassionato di spinning dovrebbe affrontare almeno una volta nella vita.
Concludendo, questa esperienza ci ha mostrato che la pesca da terra in un paradiso tropicale come le Andaman, rimane una delle sfide più interessanti e appaganti che ogni appassionato di spinning dovrebbe affrontare almeno una volta nella vita.
Federico Castignoli e Luca Tomarchio