Io (Luca) e Federico siamo arrivati sull'isola, poco più di dieci giorni dopo l'arrivo di Nicola, Vincenzo e gli altri partecipanti della prima parte della spedizione, che erano ormai partiti da qualche giorno, eccenzion fatta per Nicola e Vincenzo, che ci attendevano per finire in grande stile l'esplorazione di questo spot tropicale.
Ovviamente siamo un po freddi e ci mettiamo qualche ora a prendere il ritmo, ma nonostante tutto i primi pesci arrivano.
Il secondo giorno le condizioni sono ancora più dure , e a pescare siamo rimasti solo in due, infatti anche Nicola è ripartito e gli altri hanno preferito non rischiare rimanendo a terra.
Rotto il ghiaccio del primo giorno cominciamo ad entrare veramente in pesca, e a tirare fuori un imbarazzante numero di coral trout, di cui perdiamo presto il conto, la cifra si aggirerà sui 15 /20 pezzi a testa, più altre specie, questi numeri si ripeteranno piu o meno anche gli altri giorni.
A differenza di altri spot dove bene o male qualcosina si prende sempre, Rodrigues si differenzia per i continui cambiamenti di attività del pesce; infatti spesso può capitare di pescare "l'acqua" per diverse ore finchè ci si trova nel mezzo di vere e proprie frenesie alimentari dove in una mezz'ora si possono portare a bordo una decina di pesci di diverse specie.
Infatti, è proprio per questo che secondo noi è uno spot davvero difficile, la concentrazione deve rimanere alta e l'attrezzatura curata nei minimi particolari, proprio per non rimanere spiazzati quando magari vi troverete nell'unica ora di vera frenesia alimentare della giornata.
Se nel vertical jigging in generale, e in quello tropicale, in particolare , tutto deve essere curato e affidabile, quì il livello si alza ulteriormente, infatti tutto può accadere, e ogni approssimazione la si paga in termine di catture e pesci persi. Questo lo abbiamo ampiamente riscontrato nei giorni successivi al primo, dove siamo stati vittima dei denti e delle pinne di squali e wahoo, che ci hanno scippato sia prede che jig... ma abbiamo avuto modo di vendicarci.
I giorni che ci separano dalla partenza da questo paradiso della pesca, volano, e come sempre, quando ci si diverte, ci ritroviamo l'ultimo giorno, con la barca disponibile, a jiggare come matti per sfruttare al massimo il tempo che ancora abbiamo a disposizione, tanto che, nelle utime calate, faccio filotto, portando a bordo: un coney fish (Epinephelus fulvus), un green jobfish, e addirittura una ricciola incredibilmente combattiva.
Questo spot ci ha decisamente convinti che le varie sfumature del vertical jigging dovrebbero essere forse un pò meno mescolate, e che se soluzioni ibride possono ben adattarsi ad azioni di pesca meno mirate, quando si investe tutto il tempo di un viaggio su una sola tipologia di pesca allora sarebbe giusto distinguere tra i vari approcci che questa tecnica consente. In particolare è decisamente vantaggioso usare attrezzi specifici, differenziando nettamente tra long jerk e short jerk , tra casting e spinning ... insomma se una canna vuole essere da long, che sia almeno 6 piedi e se deve essere corta non può superare i 5 piedi, gli ibridi funzionano, ma come tutti i compromessi sul lungo periodo non soddisfano in pieno.
Un saluto
Le condizioni meteomarine di Rodrigues island sono molto variabili e difficilmente si possono fare previsioni, quindi ogni giorno ci recavamo a Port Mathurin per verificare con il capitano e gli equipaggi se fosse il caso di uscire in mare.
Fortunatamente il meteo è stato favorevole e le onde non hanno superato di molto la media del posto, che comunque si aggira sui 18 nodi di vento e 2,5 metri di altezza d'onda.
Il primo giorno, il mare ci consente di uscire, ma altri due ragazzi che ci accompagnavano, non riescono a pescare per il mal di mare ( sarà così anche per le altre uscite che faremo).Fortunatamente il meteo è stato favorevole e le onde non hanno superato di molto la media del posto, che comunque si aggira sui 18 nodi di vento e 2,5 metri di altezza d'onda.
Ovviamente siamo un po freddi e ci mettiamo qualche ora a prendere il ritmo, ma nonostante tutto i primi pesci arrivano.
Purtroppo, per l'eccesso di pesce foraggio i grandi dogtooth non si sono fatti vedere, durante in nostro soggiorno a Rodrigues.
Il secondo giorno le condizioni sono ancora più dure , e a pescare siamo rimasti solo in due, infatti anche Nicola è ripartito e gli altri hanno preferito non rischiare rimanendo a terra.
Rotto il ghiaccio del primo giorno cominciamo ad entrare veramente in pesca, e a tirare fuori un imbarazzante numero di coral trout, di cui perdiamo presto il conto, la cifra si aggirerà sui 15 /20 pezzi a testa, più altre specie, questi numeri si ripeteranno piu o meno anche gli altri giorni.
A differenza di altri spot dove bene o male qualcosina si prende sempre, Rodrigues si differenzia per i continui cambiamenti di attività del pesce; infatti spesso può capitare di pescare "l'acqua" per diverse ore finchè ci si trova nel mezzo di vere e proprie frenesie alimentari dove in una mezz'ora si possono portare a bordo una decina di pesci di diverse specie.
Bluefin trevally, se crescessero come i GT, sarebbero senzaltro tra i pesci più ambiti dai tropicalisti.
Infatti, è proprio per questo che secondo noi è uno spot davvero difficile, la concentrazione deve rimanere alta e l'attrezzatura curata nei minimi particolari, proprio per non rimanere spiazzati quando magari vi troverete nell'unica ora di vera frenesia alimentare della giornata.
Solitamente il gt si insidia in topwater, ma anche a vertical jigging, se di taglia, come questo, fa divertire parecchio il pescatore.
Se nel vertical jigging in generale, e in quello tropicale, in particolare , tutto deve essere curato e affidabile, quì il livello si alza ulteriormente, infatti tutto può accadere, e ogni approssimazione la si paga in termine di catture e pesci persi. Questo lo abbiamo ampiamente riscontrato nei giorni successivi al primo, dove siamo stati vittima dei denti e delle pinne di squali e wahoo, che ci hanno scippato sia prede che jig... ma abbiamo avuto modo di vendicarci.
I giorni che ci separano dalla partenza da questo paradiso della pesca, volano, e come sempre, quando ci si diverte, ci ritroviamo l'ultimo giorno, con la barca disponibile, a jiggare come matti per sfruttare al massimo il tempo che ancora abbiamo a disposizione, tanto che, nelle utime calate, faccio filotto, portando a bordo: un coney fish (Epinephelus fulvus), un green jobfish, e addirittura una ricciola incredibilmente combattiva.
Questo spot ci ha decisamente convinti che le varie sfumature del vertical jigging dovrebbero essere forse un pò meno mescolate, e che se soluzioni ibride possono ben adattarsi ad azioni di pesca meno mirate, quando si investe tutto il tempo di un viaggio su una sola tipologia di pesca allora sarebbe giusto distinguere tra i vari approcci che questa tecnica consente. In particolare è decisamente vantaggioso usare attrezzi specifici, differenziando nettamente tra long jerk e short jerk , tra casting e spinning ... insomma se una canna vuole essere da long, che sia almeno 6 piedi e se deve essere corta non può superare i 5 piedi, gli ibridi funzionano, ma come tutti i compromessi sul lungo periodo non soddisfano in pieno.
Un saluto
Luca, Federico & New School Fishing crew